Puericultrice o educatrice perinatale? Che differenza c'è?
Tra le figure professionali che si occupano della salute della mamma e del bambino, nelle diverse fasi della vita, ce ne sono due che meritano un approfondimento. Si tratta della puericultrice, una figura “storica”, esperta nella cura e nella salute dei neonati e dei bambini, e dell'educatrice perinatale, figura sociale di tipo assistenziale principalmente orientata al benessere delle (future) mamme, durante il periodo della gravidanza e del post parto. Sono due professioni diverse, seppur complementari, con ruoli e obiettivi differenti, che possono integrarsi con una formazione specifica. Le abbiamo messe a confronto ed ecco cosa è emerso.
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INDICE DEI CONTENUTI:
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Puericultrici ed educatrici perinatali: un faro per le neo mamme
In una società in cui spesso le relazioni umane sono schiacciate da ritmi frenetici e distanze importanti, le donne in particolare - e le coppie in generale - affrontano l'arrivo di un bambino senza una rete di sostegno in grado di supportare, confortare e proteggere. La madre spesso si trova sola durante tutta la gravidanza, il parto, ma soprattutto durante il post parto.
La struttura familiare è in continuo divenire, e con essa anche le dinamiche di vita al suo interno. Le famiglie sono spesso cerchi molto piccoli e ristretti, che mancano dei supporti tradizionali.
E per contro, in un periodo di iper digitalizzazione, le informazioni sono tante, ma ben confuse (e a volte addirittura contradditorie). Una confusione prima di tutto emotiva, ma anche di informazioni a tutela della madre e del bambino.
E succede sempre più spesso che le scelte del post parto si rivelino molto diverse da quelle che la madre aveva desiderato e sognato, quando il piccolo era nella pancia.
È per questo che figure come la puericultrice e l'educatrice perinatale giocano un ruolo fondamentale nel fornire sostegno e guida, prima e dopo il parto.
La struttura familiare è in continuo divenire, e con essa anche le dinamiche di vita al suo interno. Le famiglie sono spesso cerchi molto piccoli e ristretti, che mancano dei supporti tradizionali.
E per contro, in un periodo di iper digitalizzazione, le informazioni sono tante, ma ben confuse (e a volte addirittura contradditorie). Una confusione prima di tutto emotiva, ma anche di informazioni a tutela della madre e del bambino.
E succede sempre più spesso che le scelte del post parto si rivelino molto diverse da quelle che la madre aveva desiderato e sognato, quando il piccolo era nella pancia.
È per questo che figure come la puericultrice e l'educatrice perinatale giocano un ruolo fondamentale nel fornire sostegno e guida, prima e dopo il parto.
C’era una volta la puericultrice…
La figura della puericultrice ha radici profonde nella storia della salute materno-infantile.
Come si legge nell'Enciclopedia Italiana del 1935:
Era quindi una figura complessa, ma con una grande importanza per le donne e le famiglie.
Nella seconda metà del XX secolo, ci fu un'ulteriore evoluzione della professione, con l'introduzione di standard di formazione specifici e la regolamentazione del lavoro nel settore dell'assistenza all'infanzia. In molti paesi furono istituiti corsi di formazione professionale per puericultrici, sottolineando l'importanza - per queste figure - di avere non solo le competenze legate alla cura dei bambini ma anche conoscenze sullo sviluppo infantile, la psicologia e le tecniche educative.
Oggi la puericultrice è una figura sanitaria riconosciuta dal Ministero della Salute che svolge un ruolo cruciale nella promozione della salute dei bambini e nel supporto alle famiglie.
Le sue responsabilità includono:
Come si legge nell'Enciclopedia Italiana del 1935:
"la puericoltura ha, come fine più diretto, la difesa della prima infanzia, cioè l'assistenza del bambino nei primi tempi della vita che sono i più difficili e i più decisivi per l'ulteriore sviluppo. Essa comprende: l'assistenza prenatale alla madre in gravidanza, l'assistenza pediatrica del neonato e del lattante, l'assistenza dell'età dell'asilo o periodo prescolastico, la profilassi antitubercolare e l'irrobustimento dei bambini gracili, l'assistenza speciale del bimbo solo (orfano, abbandonato)".
Enciclopedia Italiana, 1935
Era quindi una figura complessa, ma con una grande importanza per le donne e le famiglie.
Nella seconda metà del XX secolo, ci fu un'ulteriore evoluzione della professione, con l'introduzione di standard di formazione specifici e la regolamentazione del lavoro nel settore dell'assistenza all'infanzia. In molti paesi furono istituiti corsi di formazione professionale per puericultrici, sottolineando l'importanza - per queste figure - di avere non solo le competenze legate alla cura dei bambini ma anche conoscenze sullo sviluppo infantile, la psicologia e le tecniche educative.
Oggi la puericultrice è una figura sanitaria riconosciuta dal Ministero della Salute che svolge un ruolo cruciale nella promozione della salute dei bambini e nel supporto alle famiglie.
Le sue responsabilità includono:
- la cura dell'igiene e dell'alimentazione del neonato;
- la valutazione dello sviluppo infantile in ambito neurologico, psicomotorio e del linguaggio;
- la prevenzione e l'eventuale riconoscimento di malattie infettive e non e dei vari rischi legati all'età.
Oggi c’è (anche) l’educatrice perinatale: chi è e cosa fa
Negli ultimi anni, è emersa una nuova figura nel panorama del supporto alla maternità: l'educatrice perinatale.
Diversamente dalla puericultrice, questa figura di tipo assistenziale si concentra non tanto sulle cure fisiche del neonato, quanto sul benessere emotivo della madre e della coppia nel loro complesso.
L'educatrice perinatale offre un supporto completo, dalla gravidanza al post-partum, fino ai primi anni di vita del bambino. Per entrare più nello specifico, l'educatrice prenatale si occupa di:
Rispetto alla doula, l’educatrice perinatale ha un approccio più pragmatico e strutturato e comprende competenze educative e un bagaglio di conoscenze di fisiologia di base relative alla gravidanza, al parto e al postpartum (detto “esogestazione”, cioè il periodo di gestazione del bebè nei 9 mesi dopo la nascita).
Diversamente dalla puericultrice, questa figura di tipo assistenziale si concentra non tanto sulle cure fisiche del neonato, quanto sul benessere emotivo della madre e della coppia nel loro complesso.
L'educatrice perinatale offre un supporto completo, dalla gravidanza al post-partum, fino ai primi anni di vita del bambino. Per entrare più nello specifico, l'educatrice prenatale si occupa di:
- Preparazione alla nascita: sostiene le mamme in vista del parto, offrendo supporto emotivo e informazioni pratiche.
- Supporto post-partum: dopo la nascita, fornisce assistenza cruciale per l’allattamento, il sonno del neonato e l’adattamento alla vita con il nuovo arrivato.
- Guida alla gestione e alla cura del neonato: fornisce consigli e supporto per lo svezzamento, l’alimentazione autonoma e lo sviluppo linguistico, cognitivo ed emotivo del bambino.
- Condivisione emotiva: sostiene le mamme nell’affrontare le sfide emotive del periodo perinatale, offrendo ascolto non giudicante e consigli pratici.
- Promozione di dinamiche familiari serene: coinvolge le famiglie nella comprensione dei cambiamenti delle dinamiche familiari, promuovendo la creazione di nuovi equilibri.
ATTENZIONE
Attenzione a non confondere l'educatrice perinatale con la doula.
Rispetto alla doula, l’educatrice perinatale ha un approccio più pragmatico e strutturato e comprende competenze educative e un bagaglio di conoscenze di fisiologia di base relative alla gravidanza, al parto e al postpartum (detto “esogestazione”, cioè il periodo di gestazione del bebè nei 9 mesi dopo la nascita).
La mission dell’educatrice perinatale
L'obiettivo principale dell'educatrice perinatale è quello di promuovere il benessere della madre e del bambino, sostenendo la relazione genitore-figlio e facilitando l'integrazione familiare.
Per raggiungere questo obiettivo, l'educatrice deve possedere competenze chiave, tra cui:
La presenza di questa figura è molto importante fin dall’inizio della gravidanza, perché contribuisce a ridurre l'ansia e lo stress nelle future madri, favorendo scelte consapevoli e istruendole sulla salute riproduttiva e sul parto. Inoltre coinvolge le coppie nella comprensione dei cambiamenti nelle dinamiche familiari, promuovendo la creazione di nuovi equilibri successivamente alla nascita.
L'educatrice perinatale non ha competenze mediche e non si sostituisce in alcun modo alle figure sanitarie (ostetrica, ginecologa, pediatra, psicologa), ma anzi collabora con esse in una sinergia che mette al centro la donna, il suo benessere e la sua serenità.
Per raggiungere questo obiettivo, l'educatrice deve possedere competenze chiave, tra cui:
- conoscenze di biologia e di fisiologia di base;
- capacità di ascolto e comunicazione efficace;
- abilità nel fornire ascolto non giudicante e consigli pratici.
La presenza di questa figura è molto importante fin dall’inizio della gravidanza, perché contribuisce a ridurre l'ansia e lo stress nelle future madri, favorendo scelte consapevoli e istruendole sulla salute riproduttiva e sul parto. Inoltre coinvolge le coppie nella comprensione dei cambiamenti nelle dinamiche familiari, promuovendo la creazione di nuovi equilibri successivamente alla nascita.
L'educatrice perinatale non ha competenze mediche e non si sostituisce in alcun modo alle figure sanitarie (ostetrica, ginecologa, pediatra, psicologa), ma anzi collabora con esse in una sinergia che mette al centro la donna, il suo benessere e la sua serenità.
Come diventare educatrice perinatale
In Italia non esiste una regolamentazione specifica e non ci sono requisiti legali formali per esercitare la professione di EDP (Educatrice Perinatale). Questa figura assistenziale è disciplinata dalla legge numero 4 del 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” e consente quindi all'educatrice di operare come libera professionista, senza bisogno di alcuna iscrizione a un ordine o a un collegio professionale.
Per diventare educatrice perinatale è fondamentale, però, avere una formazione specifica, che può essere ottenuta attraverso un corso specializzato, che fornisca le conoscenze necessarie nei diversi ambiti:
Per diventare educatrice perinatale è fondamentale, però, avere una formazione specifica, che può essere ottenuta attraverso un corso specializzato, che fornisca le conoscenze necessarie nei diversi ambiti:
- Anatomia e Fisiologia della Gravidanza e del Parto: per comprendere i cambiamenti fisici e fisiologici durante la gravidanza e il parto.
- Opzioni di Parto: per conoscere le diverse opzioni di parto, inclusi interventi medici e pratiche alternative.
- Procedure del parto: per conoscere le procedure mediche comuni legate al parto e alla nascita.
- Pratiche Post-partum: per la corretta comprensione delle cure post-partum e del supporto necessario per i genitori dopo il parto.
- Sviluppo Infantile: per formarsi sullo sviluppo e sulle esigenze dei neonati in rapporto alle fasi di sviluppo.
Per svolgere la professione di educatrice perinatale non è necessario avere una laurea e non esiste un percorso univoco. Online puoi trovare numerosi corsi professionalizzanti ai quali può partecipare chiunque, che possono offrire anche certificazioni, sebbene non siano legalmente obbligatorie per esercitare la professione.
Attualmente non esistono organizzazioni riconosciute dalla legge che rilascino accreditamenti per la figura di Educatrice Perinatale, pertanto nessuna scuola può vantare riconoscimenti o autorizzazioni più valide di altre. A fare la differenza, sul mercato della formazione, è solo la qualità del corso.
Come scegliere il percorso più adatto a te? Assicurati che siano presenti tutti questi aspetti.
Attualmente non esistono organizzazioni riconosciute dalla legge che rilascino accreditamenti per la figura di Educatrice Perinatale, pertanto nessuna scuola può vantare riconoscimenti o autorizzazioni più valide di altre. A fare la differenza, sul mercato della formazione, è solo la qualità del corso.
Come scegliere il percorso più adatto a te? Assicurati che siano presenti tutti questi aspetti.
- Formazione specifica: assicurati che il corso copra tutti gli argomenti cruciali e non ti lasci lacune.
- Docenti esperti: cerca corsi guidati da formatori esperti nel settore, in grado di condividere esperienze pratiche e approfondimenti fondati sulla scienza.
- Stage e pratica: molti corsi includono opportunità di stage che ti consentiranno di applicare ciò che hai imparato in un contesto reale.
- Connessioni professionali: costruire una rete di connessioni è cruciale. Partecipa a eventi del settore, connettiti con altre professioniste e con i genitori e considera l’adesione ad associazioni che si occupano già di sostegno genitoriale.
- Aggiornamenti continui: il mondo della nascita è in continua evoluzione. Segui corsi di aggiornamento e resta informata con letture recenti, per fornire sempre il massimo alle famiglie che supporti.
A tutto questo aggiungi una buona dosa di passione ed empatia. Essere un’educatrice perinatale richiede cuore, dedizione e la capacità di comprendere il vissuto unico di ogni famiglia.
E poi? Sbocchi lavorativi per esperti di perinatalità
La richiesta di educatori ed educatrici perinatali è in costante crescita: sempre più famiglie, infatti, cercano un supporto completo e personalizzato durante la gravidanza e il post-partum. Con la giusta formazione e dedizione, diventare un'educatrice perinatale può aprirti le porte di una carriera gratificante e rappresentare, al contempo, un'opportunità per avere un impatto sociale rilevante e fare una differenza significativa nella vita delle famiglie.
Se lavori già nell’ambito dell’assistenza perinatale e materno-infantile, ad esempio sei un'ostetrica, un'infermiera, una puericultrice, un'educatrice o una doula e vuoi integrare le tue competenze con una formazione trasversale, puoi farlo iscrivendoti a un Master per Educatrice Perinatale come quello di Vivinfanzia.
Se sei una mamma e vuoi valorizzare le tue competenze materne con una solida formazione professionale, teorica e applicata. O vuoi intraprendere un percorso professionale ma anche personale di grande impatto sociale, questo è il percorso che fa per te.
All'inizio puoi lavorare con ritenuta d'acconto, e decidere poi di aprire partita IVA come libera professionista, per inquadrare meglio la tua professione. Dopotutto non ti serve necessariamente un ufficio o una postazione fissa, perché il più delle volte effettuerai assistenza a domicilio, quindi sarai tu a recarti dalle famiglie per dare loro il giusto supporto.
Vuoi sapere se la professione di educatrice perinatale fa davvero per te? Guarda il nostro webinar gratuito!
Se lavori già nell’ambito dell’assistenza perinatale e materno-infantile, ad esempio sei un'ostetrica, un'infermiera, una puericultrice, un'educatrice o una doula e vuoi integrare le tue competenze con una formazione trasversale, puoi farlo iscrivendoti a un Master per Educatrice Perinatale come quello di Vivinfanzia.
Se sei una mamma e vuoi valorizzare le tue competenze materne con una solida formazione professionale, teorica e applicata. O vuoi intraprendere un percorso professionale ma anche personale di grande impatto sociale, questo è il percorso che fa per te.
All'inizio puoi lavorare con ritenuta d'acconto, e decidere poi di aprire partita IVA come libera professionista, per inquadrare meglio la tua professione. Dopotutto non ti serve necessariamente un ufficio o una postazione fissa, perché il più delle volte effettuerai assistenza a domicilio, quindi sarai tu a recarti dalle famiglie per dare loro il giusto supporto.
Vuoi sapere se la professione di educatrice perinatale fa davvero per te? Guarda il nostro webinar gratuito!
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