Fisiologia del sonno nei bambini: cosa c’è da sapere

Il sonno rappresenta un complesso sistema di meccanismi che coinvolgono diverse regioni del cervello e che si manifesta all'apparenza, come un abbassamento della funzione della coscienza, quella speciale capacità del cervello umano di essere consapevole di se stesso, del mondo che ci circonda, del tempo in cui viviamo. In altre parole, la coscienza rappresenta la capacità di essere sincronizzati nel tempo e nello spazio con il nostro mondo. 

Il mondo per un neonato e un bambino piccolo rappresenta un ambiente per lo più sconosciuto, con regole che deve imparare e abilità che deve acquisire giorno per giorno con l'esperienza o l'imitazione degli adulti. Tutto questo si traduce in un mare di informazioni e stimolazioni che devono essere analizzate e processate e che consumano quasi il 50% delle sue risorse cognitive. Il sonno per i bambini è quindi uno strumento essenziale per sistemare e organizzare tutto quello che si è imparato nella giornata, ma anche per fare "pulizia", eliminare le informazioni non più necessarie e resettare molti parametri biologici del corpo.

Confrontando il sonno dei bambini con quello degli adulti emerge chiaramente la necessità, per una figura orientata al supporto genitoriale, di adottare un approccio informato e sensibile alle esigenze uniche del sonno infantile. Mentre un adulto può percepire il sonno principalmente come un momento di riposo e disconnessione dalle fatiche della giornata, per un bambino dormire significa anche costruire le fondamenta della propria salute futura, attraverso meccanismi fisiologici e neurologici che operano principalmente - o esclusivamente - durante le ore di sonno.

In questo articolo vogliamo darti una panoramica generale e completa della fisiologia del sonno nei bambini, andando ad analizzare le varie fasi del sonno, le variazioni dei cicli REM-NREM in base all'età e i possibili disturbi del sonno che si possono presentare dai primi mesi di vita fino all'adolescenza. In questo modo avrai solide basi scientifiche e specifiche conoscenze teoriche che ti aiuteranno ad affrontare con maggior competenza i vari casi, per fornire un supporto concreto e pratico alle famiglie.
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INDICE DEI CONTENUTI:

  • Le fasi del sonno: REM e NREM 
  • Come funziona il sonno dei bambini: variazioni dei cicli del sonno in base all'età
  • Disturbi del sonno nei bambini
  • Perché è importante dormire: le funzioni del sonno
  • Strategie per migliorare il sonno di neonati e bambini


Le fasi del sonno: REM e NREM

Anche se apparentemente non sembra, il sonno non è sempre uguale per tutta la sua durata, ma è diviso in fasi - le cosiddette fasi REM e NON REM - che si ripetono ciclicamente e che hanno funzioni e scopi differenti.

Partiamo dal sonno non REM. Questa fase, caratterizzata da onde cerebrali più lente e profonde rispetto al sonno REM, è essenziale nel ciclo del sonno perché contribuisce ad assicurare il riposo e il recupero fisico e mentale del bambino. La fase NREM è suddivisa in tre stadi distinti, ognuno con caratteristiche uniche:

  • Stadio 1 (sonno leggero): Durante questo stadio, il bambino sperimenta una transizione graduale dalla veglia al sonno. L'attività elettrica cerebrale rallenta leggermente, ma il bambino può ancora essere facilmente svegliato. In questo stadio, il sonno è spesso associato a movimenti muscolari sporadici e a una diminuzione della tensione muscolare. È una fase di transizione, in cui il bambino si prepara per il sonno più profondo.

  • Stadio 2: Questo stadio rappresenta il vero sonno leggero. Durante questa fase, l'attività cerebrale mostra pattern distinti noti come complessi K-complex e burst di onde delta. I complessi K-complex sono onde cerebrali ad alta ampiezza che si verificano occasionalmente durante questo stadio e sono pensati per svolgere un ruolo nella protezione del sonno da stimoli esterni. Le onde delta sono onde cerebrali a bassa frequenza e ad alta ampiezza che indicano un sonno stabile. Durante lo stadio 2, il tono muscolare diminuisce ulteriormente e il bambino diventa meno sensibile agli stimoli ambientali. È una fase di sonno stabile che prepara il bambino per il sonno più profondo.

  • Stadio 3 (sonno profondo o sonno ad onde lente): Questo è il periodo di sonno più profondo e rigenerante. Durante questa fase, l'attività cerebrale è dominata da onde delta lente e profonde. Il bambino è molto difficile da svegliare e mostra un basso tono muscolare. Questo stadio è cruciale per il riposo e il recupero fisico, nonché per il consolidamento della memoria. Durante il sonno profondo il corpo rilascia l'ormone della crescita, che svolge un ruolo importante nello sviluppo fisico del bambino.


Questi tre stadi del sonno non REM si ripetono ciclicamente durante la notte, con una predominanza del sonno profondo nelle prime fasi della notte e un aumento del sonno leggero nelle fasi successive. 

L'altra fase del sonno è quella REM (Rapid Eye Movement), caratterizzata da un'attività cerebrale intensa e simile a quella della veglia, ma con una notevole differenza nella funzione muscolare. Durante questa fase, infatti, si osservano rapidi movimenti oculari sotto le palpebre chiuse, da cui deriva il termine "Rapid Eye Movement". Il sonno REM è particolarmente prevalente nei neonati e nei bambini, costituendo circa il 50% del tempo di sonno nei neonati e circa il 20-25% nei bambini più grandi.

Anche durante il sonno REM il cervello svolge molte funzioni cruciali per lo sviluppo cognitivo e neurologico del bambino:

  • Attività cerebrale simile alla veglia: durante il sonno REM il cervello dei bambini mostra un'attività elettrica simile a quella osservata durante la veglia. Si osservano pattern di onde cerebrali ad alta frequenza e bassa ampiezza, simili a quelli riscontrati durante lo stato di veglia attiva. Questo indica che il cervello è attivo e coinvolto in processi cognitivi complessi, come l'elaborazione delle emozioni, la consolidazione della memoria e il pensiero creativo.

  • Paralisi muscolare: nella fase REM del sonno il bambino sperimenta una paralisi muscolare temporanea, tranne per gli occhi che mostrano rapidi movimenti sotto le palpebre chiuse. Questa paralisi muscolare è il risultato dell'inibizione dei segnali motori dal tronco cerebrale alla muscolatura scheletrica. un meccanismo essenziale per prevenire che il bambino agisca i sogni e si faccia male durante il sonno.

  • Elaborazione delle emozioni e consolidamento della memoria: durante la fase REM il cervello elabora e organizza le emozioni vissute durante la veglia, contribuendo alla regolazione dell'umore e al benessere emotivo del bambino. Inoltre, il sonno REM è cruciale per il consolidamento della memoria a lungo termine. Durante questa fase del sonno, il cervello ripete e rafforza le connessioni neurali associate alle esperienze e alle informazioni apprese durante la giornata, contribuendo al processo di memorizzazione e apprendimento.Riparazione e sviluppo neuronale: durante il sonno REM si osserva un aumento dell'attività delle cellule gliali, che svolgono un ruolo importante nella riparazione e nella rigenerazione neuronale. Questo contribuisce alla plasticità cerebrale e al corretto sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino.

    Il ciclo alternato di sonno REM e non-REM si ripete durante tutta la notte, contribuendo al corretto sviluppo cognitivo, neurologico ed emotivo del bambino.

Disturbi del sonno nei bambini

Parlare di fisiologia del sonno, fasi REM e non-REM e cicli sonno-veglia ci porta per forza di cose a parlare anche di disturbi del sonno.

La maggior parte dei problemi del sonno che compaiono durante i primi anni di vita riguardano il tentativo di adattamento del bambino alle nuove condizioni fuori dall'utero, o il tentativo di auto-regolare le emozioni vissute durante la giornata. Ad esempio per tutto il primo anno, ma spesso anche fino ai tre anni, possono manifestarsi difficoltà ad addormentarsi, risveglio precoce al mattino e frequenti risvegli durante la notte. Tutte queste condizioni, che vanno sotto il generico nome di "insonnia infantile", possono essere sintomo di ansia da separazione, di un ambiente di sonno non adeguato e delle variazioni individuali nella biologia del sonno.

Nel caso dei frequenti risvegli notturni (cioè i risvegli prolungati e ripetuti durante la notte, in occasione dei quali il bambino ha difficoltà a riaddormentarsi in maniera autonoma), la problematica può essere legata a fattori di natura fisiologica, oppure al carattere e al temperamento, o ancora alla necessità di vicinanza.

Dopo il primo anno di età compaiono la mente, il pensiero e le emozioni complesse e la capacità di pensare e riflettere su quello che è accaduto durante la giornata può generare, di notte, la comparsa di incubi e terrore notturno, due esempi di disturbi del sonno legati alla fase REM. Anche i disturbi del ritmo circadiano sono legati alla difficoltà di adattamento del bambino e sono più frequenti in caso di un cambiamento ambientale, un momento di malattia, o abitudini del sonno che non si sono consolidate e che sono irregolari e frammentate.

I disturbi del sonno, però, sono più frequenti di quel che si pensa. Secondo uno studio di BMC Pediatrics, il 22,6% dei bambini (4-9 anni) e il 20% degli adolescenti (10-17 anni) presentano problematiche legate al sonno: resistenza a dormire, ansia notturna e sonnolenza diurna tra le più comuni.

Perché è importante dormire: le funzioni del sonno

Nel neonato prima e nel bambino poi, il sonno non segue subito il ritmo circadiano tipicamente scandito dalla successione di giorno e notte, ma si organizza in cicli più brevi che si evolvono progressivamente con la maturazione dei centri nervosi e la regolazione ormonale. Questo percorso di maturazione del sonno, che gradualmente si avvicina allo schema adulto, è essenziale per comprendere le peculiarità del riposo nei primi anni di vita e l'impatto che esso ha sullo sviluppo fisico, mentale e sull'equilibrio emotivo del bambino.

  • Crescita e sviluppo: Durante il sonno, i bambini rilasciano l'ormone della crescita, (ormone somatotropo), che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della crescita fisica e dello sviluppo. Questo ormone è prodotto principalmente durante il sonno profondo. L'ormone della crescita agisce stimolando la proliferazione cellulare e il deposito di proteine nei tessuti, inclusi muscoli e ossa. Ad esempio, tra i fattori di crescita muscolare e ossea, possiamo ricordare la somatomedina C (IGF-1), ormone secreto proprio durante il sonno profondo. Ecco perchè il sonno è essenziale nel primo anno di vita, periodo nel quale abbiamo la massima velocità di crescita e sviluppo del corpo.

  • Consolidamento della memoria e dell'apprendimento: durante la fase REM del sonno il cervello dei bambini elabora e memorizza le informazioni acquisite durante la giornata. Questa funzione è fondamentale nello sviluppo cognitivo del bambino. L'organizzazione delle informazioni e il successivo consolidamento ha effetti positivi sull'apprendimento di nuove abilità e sulla performance scolastica.

  • Rafforzamento del sistema immunitario: Durante le fasi di sonno profondo, il sistema immunitario è particolarmente attivo nel produrre e rilasciare citochine, che sono proteine coinvolte nella regolazione e nella modulazione della risposta immunitaria, nella attivazione dei linfociti B e T e nella stimolazione della produzione di anticorpi (anche questa mediata da linfociti B). L'abbassamento del livello di coscienza e quindi la liberazione di molte risorse cerebrali permette al corpo di concentrarsi sui processi di riparazione dei tessuti e di rafforzamento dei sistemi. In questo modo il sistema immunitario viene mantenuto sempre efficiente.

  • Regolazione dell'umore e delle emozioni: il sonno REM non permette solamente la memorizzazione e il consolidamento delle informazioni, ma rappresenta il momento in cui quelle esperienze si "colorano" grazie all'integrazione con le emozioni. Non è un caso, infatti se sogniamo nella fase REM e se questa fase del sonno rappresenta per un neonato fino al 50% del sonno totale. In questa fase avviene anche la regolazione dei livelli di cortisolo (ormone dello stress) e serotonina (ormone dell'umore). La regolazione dell'umore è intimamente legata con lo sviluppo cognitivo. Grazie a questi ormoni che si liberano proprio durante il sonno (infatti qui il cervello emotivo è molto attivo) il bambino impara implicitamente a regolare l'impulsività e le emozioni negative, anche se lo sviluppo della corteccia pre-frontale, responsabile della regolazione delle emozioni a livello cognitivo (della neo-corteccia, responsabile delle funzioni superiori dell'uomo) non sarà sviluppata e matura prima della fine dell'adolescenza.

Ma quanto dovrebbero dormire, in termini di ore, i bambini? Secondo il mondo scientifico 12 ore o più dai 6 mesi ai 2 anni, 11 ore o più dai 3 ai 4 anni e almeno 10 ore (o più) dai 5 ai 7 anni. Tuttavia non conta solo la quantità, conta anche la qualità del sonno.

Strategie per migliorare il sonno di neonati e bambini

Nei primi anni di vita, il sonno dei bambini può essere fisiologicamente difficile. In qualità di consulente del sonno puoi aiutare la famiglia consigliando e orientando i genitori verso un cambio di prospettiva, aiutandoli a modificare alcuni aspetti dell'ambiente in cui il bambino è inserito, per assicurargli così una migliore qualità del sonno, facendo particolare attenzione alla relazione che il bambino costruisce con i suoi caregiver di riferimento.

Indipendentemente dal temperamento e dal carattere, è infatti l'ambiente a fare la differenza, per cui sarà fondamentale costruire insieme ai genitori routine coerenti per aiutare il bambino a trovare regolarità, prevedibilità e sicurezza in uno schema di azioni che si ripetono sempre uguali giorno per giorno. La routine pre-nanna non deve essere intesa come uno schema rigido, da applicare rigorosamente e alla lettera, ma come un insieme di azioni che accompagnano il bambino e i genitori verso il momento della nanna.

Ecco alcune buone pratiche di igiene del sonno che possono aiutare bambini e genitori a migliorare la qualità e la durata del sonno notturno:
  • Un bagno caldo prima di coricarsi;
  • La lettura di una fiaba;
  • L'abbassamento delle luci e dei rumori della casa;
  • L'attenzione a evitare l'uso di schermi elettronici a luce blu (che interferiscono sul rilascio della melatonina e quindi sulla regolazione del ciclo sonno-veglia) almeno due ore prima di dormire.


Tra i consigli che la consulente del sonno può dare ai genitori ci sono sicuramente la pazienza e la coerenza, ma anche la costruzione di uno schema di azioni che tengono conto sia dei bisogni dei genitori sia, soprattutto, delle necessità del piccolo - che è in continuo cambiamento e per il quale è necessario un continuo adattamento da parte degli adulti.

Anche l'osservazione del comportamento dei bambini, dei cambiamenti che avvengono durante le fasi di crescita, delle sue necessità fisiologiche ed emotive rappresentano uno dei sistemi migliori per aiutare i genitori ad affrontare le difficoltà legate al sonno dei più piccoli.

Il sonno rappresenta un complesso sistema di meccanismi e le difficoltà legate ad esso sono sintomo della necessità di adattamento ai cambiamenti richiesti dallo sviluppo, ma anche dall'ambiente. Non è possibile quindi pensare di risolvere queste difficoltà cercando di applicare uno schema di training del sonno che si basa su una serie di passaggi da compiere, sempre uguale in ogni situazione, da proporre ai genitori come una ricetta miracolosa.

Il sonno condiziona lo sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo del bambino ed è intimamente legato alle abitudini che la famiglia mette in atto quotidianamente. Questo doppio legame tra bambino, ambiente e relazione con i genitori rappresenta il contesto entro cui la consulente del sonno si muove per cercare di costruire per ogni famiglia un progetto personalizzato e cucito in modo sartoriale, adattato e adattabile a quella specifica situazione, non riproducibile in altri contesti, non semplificabile in pochi semplici passaggi da applicare in modo passivo. È proprio l'analisi dei bisogni dei genitori e del piccolo, l'attenzione al contesto, alle possibilità di applicazione dei consigli, alla motivazione al cambiamento, a far sì che la consulente del sonno professionista formata da Vivinfanzia possa fornire un supporto concreto e pratico sia i genitori che al sistema famiglia, rispettando in primis le esigenze e le necessità del piccolo.

Il nostro programma prevede 170 ore di formazione, tra video-lezioni e studio individuale del materiale didattico, che ti aiuteranno a gestire il sonno infantile da una nuova prospettiva. Guarda il webinar di presentazione del master training di Vivinfanzia.
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Riferimenti bibliografici
Alessandra Bortolotti_, I cuccioli non dormono da soli_, Mondadori, Milano, 2016
Jenni, O. G., & O'Connor, B. B. (2005). Children's sleep: An interplay between culture and biology. Pediatrics, 115(Supplement 1), 204-216. 
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Sadeh, A. (2007). Stress, trauma, and sleep in children. Child and Adolescent Psychiatric Clinics, 16(1), 167-177.
Sadeh, A., Tikotzky, L., & Scher, A. (2010). Parenting and infant sleep. Sleep Medicine Reviews, 14(2), 89-96.

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